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Comunicato stampa – 20 settembre 2023

COMUNICATO STAMPA, VIDEO E FOTO RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI IN ITALIA

All’alba Polizia e Azienda sanitaria hanno fatto irruzione al Rifugio Cuori Liberi di Sairano (Pavia) per abbattere tutti i maiali, quelli contagiati da peste suina e quelli ancora sani

Gli attivisti, barricati nel rifugio da venerdì scorso, si sono opposti con tutte le loro forze al tentativo di sgombero per impedire l’uccisione dei suini ospiti del santuario

Poi sono stati portati via di peso dalle forze dell’ordine, molti sono stati picchiati con tirapugni e manganelli, alcuni fatti salire sulle camionette della celere e portati via senza rispettare i protocolli di sicurezza e sanificazione

Dopo 14 giorni di presidio permanente, coordinato dalla Rete dei santuari di animali liberi, che aveva visto la partecipazione di centinaia di attivisti provenienti da tutta Italia, i maiali sopravvissuti stanno per essere uccisi dai veterinari dell’Ats

Questa mattina all’alba il Santuario Cuori Liberi di Sairano (Pv) è stato accerchiato da una decina di camionette della celere e decine di agenti della Polizia si sono presentati alle porte del rifugio, facendo irruzione nella struttura per abbattere tutti i maiali presenti, una decina, che fossero affetti da peste suina africana o ancora sani. Gli attivisti, barricati nel rifugio ormai da venerdì scorso, si sono opposti per impedire l’uccisione dei suini ospiti del rifugio che, ricordiamo, sono animali da compagnia, salvati dai mattatoi e sottratti definitivamente alla produzione alimentare. Gli attivisti si sono frapposti fisicamente, e in modo non violento, tra le forze dell’ordine e l’area dove erano tenuti i maiali, incatenandosi ai cancelli e resistendo ai tentativi di sgombero prima che il cancello del rifugio fosse sfondato dalla polizia. Poi sono stati trascinati via a forza fuori dalla struttura dove altre decine di attivisti filmavano gli avvenimenti. Molti attivisti e attiviste sono stati picchiati, presi a calci e pugni e manganellati, alcuni fatti salire sulle camionette della celere e portati via senza rispettare i protocolli di sicurezza e sanificazione e per uno di loro colto da malore non è stato chiesto soccorso dalle forze dell’ordine. Subito dopo alcuni veterinari incaricati dell’Azienda sanitaria locale, scortati dalla polizia, sono entrati per uccidere i maiali. A quel punto gli attivisti si sono frapposti fisicamente con i loro corpi cercando di fare scudo ultimo agli animali. I Vigili del fuoco hanno segato il recinto metallico per permettere l’esecuzione. Il portavoce e volontario del rifugio, Roberto Manelli, gli attivisti che stavano filmando i fatti e quelli che facevano resistenza all’interno del rifugio sono stati portati via con la forza.

Dopo 14 giorni di presidio permanente, coordinato dalla Rete dei santuari di animali liberi, che aveva visto la partecipazione di centinaia di attivisti provenienti da tutta Italia, i maiali sopravvissuti sono stati uccisi.

“Avevamo dichiarato che avremmo fatto tutto il possibile per impedire questo inutile massacro, abbiamo resistito il più possibile anche se sapevamo di essere in minoranza”, ha dichiarato uno degli attivisti accorsi al rifugio questa mattina. “Già da ieri i controlli delle volanti e dei droni della polizia si erano intensificati lasciandoci supporre uno sgombero imminente. Ci siamo quindi organizzati richiamando quanta più gente possibile sia come testimoni, sia per cercare di impedire ai veterinari di entrare. Lo consideriamo un nostro preciso dovere e un atto dovuto verso degli animali che sono stati sottratti allo sfruttamento per vivere liberi e in salute e perché non possiamo permettere che questo avvenga un domani in altri rifugi, il cui status protegge e tutela gli animali ospiti. Purtroppo non sempre ciò che è considerato legale e ciò che è giusto coincidono. La storia ce lo insegna con tante altre lotte che in passato erano considerate fuorilegge, e per questo punite, e che oggi sono ritenute sacrosante e normali, come le lotte dei popoli afroamericani o per i diritti delle donne. Un giorno anche la nostra lotta sarà ritenuta normale e giusta”.

“Per questo, nonostante oggi siamo stati sconfitti, continueremo a lottare per difendere i rifugi e l’idea che essi rappresentano: un’alternativa di convivenza rispetto a un sistema che uccide per profitto. La proposta di una società dove umani e non umani possano coesistere senza una graduatoria di valore e senza sfruttamento. Dove tutti gli animali possano vivere pienamente la loro esistenza come soggetti e non come risorse da sfruttare e sacrificare (letteralmente macellare) sull’altare degli interessi economici. Una società in cui riscoprirci parte della vita e non suoi dominatori”.

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Rete dei Santuari di animali liberi
Sara d’Angelo
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