Salviamo le vittime della ‘ndrangheta
Lo scorso 8 maggio il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, ha emesso un ordine di abbattimento per quelle che da anni vengono definite le “vacche sacre”. Ovvero centinaia di bovini, di proprietà di famiglie affiliate alla ‘Ndrangheta, che pascolano libere ed indisturbate per le campagne della provincia fin dagli anni Settanta quando, a causa dell’ennesima faida, i membri delle due famiglie coinvolte si trovarono impossibilitati ad occuparsi del proprio bestiame, e decisero di lasciarlo allo stato brado.
Finora, chiunque si sia lamentato o abbia cercato di allontanare le mucche, si è trovato vittima di ritorsioni da parte dei clan.
Così le vacche sacre, a loro insaputa, sono diventate emblema della prepotenza e dell’ingustizia. Della violenza e della prevaricazione.
Ora il prefetto ha deciso di mettere fine al problema.
Mucche e vitelli potranno essere uccisi qualora, nel loro vagare liberi, causino “situazioni di pericolo concreto per l’incolumità delle popolazioni e per la sicurezza della circolazione, sia stradale che ferroviaria”, ed i loro corpi donati ad associazioni di beneficenza, per diventare cibo per gli indigenti.
Da maggio sono quindi iniziati i controlli, le segnalazioni, le denuncie.
In questa storia, di nuovo e come sempre, l’animale è “referente assente”.
Le mucche che vagano per le campagne calabresi sono private di qualsiasi individualità.
Non esistono di per sé.
Sono viste come strumenti della prevaricazione dei loro “padroni”, emanazione della loro criminale prepotenza.
Come pezzi di carne.
Vanno quindi uccise. Macellate. Mangiate.
Esse sono vittime due volte.
Vittime di chi le usa come strumento per imporre il proprio potere mafioso, e vittime dello specismo, della radicata convinzione che gli animali non abbiano valenza di per sé ma solo in relazione ai bisogni umani.
Invitiamo tutti e tutte a protestare contro questa decisione, scrivendo al Prefetto e al Ministero dell’Ambiente, chiedendo che altre soluzioni vengano valutate, che permettano agli animali di continuare a vivere.
Blocco mail:
prefettura.reggiocalabria@interno.it
PNM-II@minambiente.it
Mail tipo:
Al Prefetto di Reggio Calabria
Al Ministero dell’Ambiente, Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare
Gent. Sig.ri,
scrivo per protestare contro la decisione presa dal sig. prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, di procedere con l’uccisione dei bovini, le cosiddette “vacche sacre” che vivono allo stato brado nella provincia di sua competenza.
Gli animali, di proprietà di affiliati a clan malavitosi, sono colpevoli di vagare liberi, e costituire così un pericolo per l’incolumità di cose e persone.
Essi devono quindi pagare con la propria vita per il comportamento dei loro “padroni” per per il solo fatto di far quello che ogni animale, umano o non, fa e desidera fare: vivere, mangiare, esistere.
Anziché cercare delle soluzioni alternative, che possono andare dal limitarne il territorio al cercare per loro delle sistemazioni presso associazioni o rifugi, si è scelta la via più facile e drastica. Senza alcuna considerazione per il fatto che gli animali sono esseri senzienti, non strumenti inanimati creati per soddisfare i bisogni umani.
Ritengo che ricorrere all’uccisione e macellazione sia totalmente ingiustificato, nonché crudele.
Chiedo pertanto che venga urgentemente ritirata l’ordinanza in questione, e vengano valutate altre strade.
Non si combatte la mafia uccidendone le vittime.